“Asian girls di Davide Donadio”, Un viaggio insolito tra Giappone Cina e Corea
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18/01/2024 | Bookpress
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Un romanzo che sorprende con inaspettati cambi di registro, che diverte e commuove allo stesso tempo.
Partendo solo dal titolo, è un romanzo che incuriosisce. Parliamo di “Asian girls” dello scrittore emiliano Davide Donadio. Si tratta infatti di un titolo che si presta a diverse interpretazioni. Di cosa si tratta? È un racconto a tema storico, comico, erotico? Leggendolo, comunque, si rimane colpiti dalla varietà dei registri che lo caratterizzano. Gli stessi lettori, tra recensioni e commenti in giro per il web, lo hanno spesso trovato un “libro divertente, ma che allo stesso tempo fa pensare”. Vediamo di capirci qualcosa in più.
Abbiamo raggiunto l'autore per telefono quando aveva appena fatto ritorno da Tokyo. È laggiù, infatti, che scrive i suoi libri. Lo ha fatto con il romanzo di cui parliamo qui, abitando in Asia nell'autunno del 2022, e ha quindi replicato quell'esperienza di recente, tornando in Giappone per scrivere il nuovo libro che vedrà la luce nel corso del 2024.
Un titolo che, pur incuriosendo, lascia perplessi. Ci può dare qualche suggerimento in più sul romanzo? Di cosa parla?
Il titolo è volutamente ambiguo, ammiccante, ma penso e spero di aver inserito nel romanzo qualcosa di più di questo. Sostanzialmente, “Asian girls” è la storia di un professore di liceo di nome Bimko che si avvia alla mezza età. Disilluso da una mediocre vita fatta di ordinari fallimenti, decide di lasciarsi alle spalle tutto e di partire per l'Asia Orientale. Un “cliché”, certo. Ed è proprio questo ad indispettire il protagonista.
Il titolo deriva da un espediente narrativo comico e forse grottesco: Bimko è un cultore di letteratura cinese e giapponese, ma è anche affetto da un'insana ossessione erotico-estetica per le donne dell'Asia orientale. A quel tipo di bellezza assegna addirittura significati allegorici, spirituali. Lo scopo del suo viaggio è niente di meno che costituirsi un harem di ragazze “asiatiche”.
In tempi come questi, l'espediente narrativo non suona un po' maschilista?
Questo è un punto fondamentale. La costituzione di un “harem” è sicuramente un espediente narrativo dal forte sapore “maschilista”, ma è solo un gioco. Direi anche una piccola provocazione voluta. Nonostante questo, tutti i personaggi femminili del romanzo, che sono la maggior parte, sono donne forti, indipendenti e coraggiose, capaci di andare contro i dettami che la società maschile vorrebbe imporre loro in quanto donne. Sono il centro del libro. Un inaspettato capovolgimento della prospettiva, con un risvolto femminista in cui credo molto.
Ci dica qualcosa in più della trama, senza rovinare la lettura.
Si possono sicuramente dare alcuni dettagli dei personaggi principali. Bimko col tempo raccoglie intorno a se un'allegra brigata. Tra i vari personaggi che posso citare, uno che amo molto: la spregiudicata Li Qing, una ragazza cinese di circa ventotto anni, perennemente arrabbiata e disillusa precocemente dalla vita, che conduce un'esistenza disordinata. Porta il nome di una poetessa della letteratura classica cinese, ma ha ben poco di poetico nel suo atteggiamento!
Per citarne altri, di sfuggita, potrei nominare l'ex cantante di K-pop, Suiji, dimenticata da tempo dallo show business. Poi il multi-miliardario cinese detto “Lo Sgargiante”, la timida Midori e un gruppo di ex sessantottini nella Tokyo dei bassifondi.
Mi sembra che uno degli snodi tematici sia questo: “la libertà di essere se stessi”, anche in una società che vorrebbe imporci certi modelli di vita.
Ha centrato il punto. I personaggi decidono di seguire Bimko anche per questo motivo: trovare se stessi ed essere liberi, ad imitazione di quel pazzo occidentale che hanno conosciuto per caso. Lo ammirano e lo deridono allo stesso tempo, e questa ambiguità è molto importante nell'economia della storia. C'è persino un personaggio-icona rappresentante di questo nodo tematico, il sessantottino stagionato Yamada. È un giapponese ormai ultra-sessantenne che ha deciso di essere fedele a se stesso per tutta la vita, anche invecchiando. Poca importa che coi suoi capelli lunghi legati in una coda e il suo vestire trasandato susciti lo scherno delle persone maggiormente “integrate”. Attorno a lui si coagula il mondo di giovani in cerca della loro autenticità.
Però lei mi sta descrivendo un romanzo molto serio. Invece, leggendolo, si sorride molto, è divertente, quasi una commedia in certi tratti e... anche pieno di sensualità, se non proprio di sesso.
La dimensione sensuale è un altro aspetto della libertà in genere. Non penso di aver narrato momenti piccanti fini a se stessi. Caratterizzano un modo di stare al mondo dei personaggi, il loro esplorare se stessi e quello che sta loro intorno.
A proposito di culture asiatiche, il libro è pieno di citazioni raffinate, ma abilmente camuffate, che riguardano la letteratura classica cinese, giapponese, e così via. Ma come le è venuto in mente di fare questo strano miscuglio? Una sorta di omaggio?
Devo dire che queste ossessioni le condivido con il personaggio. La dimensione culturale di quella parte del mondo suscita in me non solo grande ammirazione, ma persino commozione. Se non mi sentissi strano, direi anche affetto. Ha detto bene, è un omaggio.
È per questo che ha preso a trascorrere qualche mese all'anno laggiù? Ma parla qualche lingua di quei paesi?
Il motivo è esattamente quello, stare a contatto con culture che amo. La questione linguistica è un po' complessa: comincio a cavarmela col giapponese, e, per ora, sostengo una discussione elementare in cinese. Ma la strada è ancora lunga!
Il prossimo libro? Qualche dettaglio?
Sarà questa volta ambientato solo a Tokyo, mentre “Asian girls” si svolgeva in Cina, Corea e Giappone. Il nucleo principale sarà la difficoltà di tracciare confini così netti tra male e bene. Ma ho cercato di svolgere il tema sempre con una trama vivace, parlando attraverso i personaggi. Spero di esserci riuscito.
Torniamo al libro “Asian girls” e arriviamo all'ultima domanda. C'è un messaggio che possiamo individuare nel libro senza rovinare la scoperta della trama e anticipare niente?
Penso di sì, è un messaggio che prescinde dal godersi il racconto. Ed è lo stesso che ho scelto di mettere nella “quarta di copertina” del libro: dietro all'ironia e oltre all'erotismo, nelle vicende di Bimko si cela la ricerca di un senso della propria esistenza e del significato della parola “felicità”. In ogni luogo Bimko ritrova le stesse emozioni, le stesse paure e le stesse speranze che accomunano tutti gli esseri umani. In questo messaggio credo molto.
Infine, come ho già scritto nella citata quarta di copertina: “Forse Bimko non riuscirà a costituire il suo harem di 'Asian girls', ma avrà imparato a conoscere meglio l'essere umano universale che è dentro di lui.”
Contatti
https://www.facebook.com/davidedioniso.donadio
https://davidedonadio.com
Link di vendita:
https://www.amazon.it/Asian-Girls-Davide-Donadio/dp/8894706893/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=
Partendo solo dal titolo, è un romanzo che incuriosisce. Parliamo di “Asian girls” dello scrittore emiliano Davide Donadio. Si tratta infatti di un titolo che si presta a diverse interpretazioni. Di cosa si tratta? È un racconto a tema storico, comico, erotico? Leggendolo, comunque, si rimane colpiti dalla varietà dei registri che lo caratterizzano. Gli stessi lettori, tra recensioni e commenti in giro per il web, lo hanno spesso trovato un “libro divertente, ma che allo stesso tempo fa pensare”. Vediamo di capirci qualcosa in più.
Abbiamo raggiunto l'autore per telefono quando aveva appena fatto ritorno da Tokyo. È laggiù, infatti, che scrive i suoi libri. Lo ha fatto con il romanzo di cui parliamo qui, abitando in Asia nell'autunno del 2022, e ha quindi replicato quell'esperienza di recente, tornando in Giappone per scrivere il nuovo libro che vedrà la luce nel corso del 2024.
Un titolo che, pur incuriosendo, lascia perplessi. Ci può dare qualche suggerimento in più sul romanzo? Di cosa parla?
Il titolo è volutamente ambiguo, ammiccante, ma penso e spero di aver inserito nel romanzo qualcosa di più di questo. Sostanzialmente, “Asian girls” è la storia di un professore di liceo di nome Bimko che si avvia alla mezza età. Disilluso da una mediocre vita fatta di ordinari fallimenti, decide di lasciarsi alle spalle tutto e di partire per l'Asia Orientale. Un “cliché”, certo. Ed è proprio questo ad indispettire il protagonista.
Il titolo deriva da un espediente narrativo comico e forse grottesco: Bimko è un cultore di letteratura cinese e giapponese, ma è anche affetto da un'insana ossessione erotico-estetica per le donne dell'Asia orientale. A quel tipo di bellezza assegna addirittura significati allegorici, spirituali. Lo scopo del suo viaggio è niente di meno che costituirsi un harem di ragazze “asiatiche”.
In tempi come questi, l'espediente narrativo non suona un po' maschilista?
Questo è un punto fondamentale. La costituzione di un “harem” è sicuramente un espediente narrativo dal forte sapore “maschilista”, ma è solo un gioco. Direi anche una piccola provocazione voluta. Nonostante questo, tutti i personaggi femminili del romanzo, che sono la maggior parte, sono donne forti, indipendenti e coraggiose, capaci di andare contro i dettami che la società maschile vorrebbe imporre loro in quanto donne. Sono il centro del libro. Un inaspettato capovolgimento della prospettiva, con un risvolto femminista in cui credo molto.
Ci dica qualcosa in più della trama, senza rovinare la lettura.
Si possono sicuramente dare alcuni dettagli dei personaggi principali. Bimko col tempo raccoglie intorno a se un'allegra brigata. Tra i vari personaggi che posso citare, uno che amo molto: la spregiudicata Li Qing, una ragazza cinese di circa ventotto anni, perennemente arrabbiata e disillusa precocemente dalla vita, che conduce un'esistenza disordinata. Porta il nome di una poetessa della letteratura classica cinese, ma ha ben poco di poetico nel suo atteggiamento!
Per citarne altri, di sfuggita, potrei nominare l'ex cantante di K-pop, Suiji, dimenticata da tempo dallo show business. Poi il multi-miliardario cinese detto “Lo Sgargiante”, la timida Midori e un gruppo di ex sessantottini nella Tokyo dei bassifondi.
Mi sembra che uno degli snodi tematici sia questo: “la libertà di essere se stessi”, anche in una società che vorrebbe imporci certi modelli di vita.
Ha centrato il punto. I personaggi decidono di seguire Bimko anche per questo motivo: trovare se stessi ed essere liberi, ad imitazione di quel pazzo occidentale che hanno conosciuto per caso. Lo ammirano e lo deridono allo stesso tempo, e questa ambiguità è molto importante nell'economia della storia. C'è persino un personaggio-icona rappresentante di questo nodo tematico, il sessantottino stagionato Yamada. È un giapponese ormai ultra-sessantenne che ha deciso di essere fedele a se stesso per tutta la vita, anche invecchiando. Poca importa che coi suoi capelli lunghi legati in una coda e il suo vestire trasandato susciti lo scherno delle persone maggiormente “integrate”. Attorno a lui si coagula il mondo di giovani in cerca della loro autenticità.
Però lei mi sta descrivendo un romanzo molto serio. Invece, leggendolo, si sorride molto, è divertente, quasi una commedia in certi tratti e... anche pieno di sensualità, se non proprio di sesso.
La dimensione sensuale è un altro aspetto della libertà in genere. Non penso di aver narrato momenti piccanti fini a se stessi. Caratterizzano un modo di stare al mondo dei personaggi, il loro esplorare se stessi e quello che sta loro intorno.
A proposito di culture asiatiche, il libro è pieno di citazioni raffinate, ma abilmente camuffate, che riguardano la letteratura classica cinese, giapponese, e così via. Ma come le è venuto in mente di fare questo strano miscuglio? Una sorta di omaggio?
Devo dire che queste ossessioni le condivido con il personaggio. La dimensione culturale di quella parte del mondo suscita in me non solo grande ammirazione, ma persino commozione. Se non mi sentissi strano, direi anche affetto. Ha detto bene, è un omaggio.
È per questo che ha preso a trascorrere qualche mese all'anno laggiù? Ma parla qualche lingua di quei paesi?
Il motivo è esattamente quello, stare a contatto con culture che amo. La questione linguistica è un po' complessa: comincio a cavarmela col giapponese, e, per ora, sostengo una discussione elementare in cinese. Ma la strada è ancora lunga!
Il prossimo libro? Qualche dettaglio?
Sarà questa volta ambientato solo a Tokyo, mentre “Asian girls” si svolgeva in Cina, Corea e Giappone. Il nucleo principale sarà la difficoltà di tracciare confini così netti tra male e bene. Ma ho cercato di svolgere il tema sempre con una trama vivace, parlando attraverso i personaggi. Spero di esserci riuscito.
Torniamo al libro “Asian girls” e arriviamo all'ultima domanda. C'è un messaggio che possiamo individuare nel libro senza rovinare la scoperta della trama e anticipare niente?
Penso di sì, è un messaggio che prescinde dal godersi il racconto. Ed è lo stesso che ho scelto di mettere nella “quarta di copertina” del libro: dietro all'ironia e oltre all'erotismo, nelle vicende di Bimko si cela la ricerca di un senso della propria esistenza e del significato della parola “felicità”. In ogni luogo Bimko ritrova le stesse emozioni, le stesse paure e le stesse speranze che accomunano tutti gli esseri umani. In questo messaggio credo molto.
Infine, come ho già scritto nella citata quarta di copertina: “Forse Bimko non riuscirà a costituire il suo harem di 'Asian girls', ma avrà imparato a conoscere meglio l'essere umano universale che è dentro di lui.”
Contatti
https://www.facebook.com/davidedioniso.donadio
https://davidedonadio.com
Link di vendita:
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